Il turismo è diventato un fenomeno maturo quanto inarrestabile.

A livello planetario ha superato quota 1,2 miliardi di viaggiatori internazionali.

È tra le prime tre industrie del mondo per importanza sia economica che sociale.

L’Italia negli ultimi tre anni ha macinato risultati record che le statistiche non fotografano appieno a causa della presenza di un’evasione fiscale che si calcola raggiunga almeno il 20 per cento del totale.

I nostri 36,5 miliardi di euro di incoming vanno rivalutati a 43 miliardi di euro, il fatturato complessivo supera i 100 miliardi di euro, calcolato l’indotto arriviamo a oltre 150 miliardi di euro pari a circa l’11 per cento del PIL nazionale.

Un mercato maturo presenta grandi rischi e splendide opportunità.

I rischi sono legati alla mediocre qualità del turismo di massa che in destinazioni come Venezia sta incidendo sull’immagine della città rischiando di travolgerla con numeri sempre più massicci e valori aggiunti prodotti sempre più mediocri.

Le opportunità sono legate all’immagine dell’Italia, della sua enogastronomia, del suo patrimonio storico e culturale, della sicurezza che abbiamo saputo garantire che attirano in Italia importanti segmenti di mercato a elevato valore aggiunto.

Come tutti i fenomeni, il turismo va governato dissuadendo i comportamenti scorretti (esiste il foglio di via anche per chi si tuffa nei canali di Venezia), investendo sulla qualità del territorio (le strade e le ferrovie del Sud richiedono investimenti massicci che si ripagheranno da sé), proponendo prodotti turistici di ultima generazione legati al benessere, allo sport, ai musei multimediali, alla biodiversità della nostra enogastronomia.

Regioni, Comuni, Governo investendo nel turismo investono nella qualità della vita dei nostri connazionali migliorando la mobilità, l’accessibilità, la fruizione degli stessi prodotti che sono proposti ai nostri ospiti internazionali.

Un turismo etico e responsabile è il motore del futuro.

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Renato Andreoletti

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