Intervista al Presidente di AIRA Luciano Manunta, a cura di Antonio e Giovanni
Buon Pomeriggio amici e colleghi che ogni giorno seguite la nostra rubrica. Oggi abbiamo incontrato il Presidente dell’AIRA (Associazione Italiana Ricettività e Accoglienza), Luciano Manunta e, davanti un buon aperitivo, abbiamo scambiato due chiacchiere e attraverso delle domande abbiamo chiesto per i nostri lettori amici e colleghi quanto segue:
1. Quindi oggi siamo assieme al Presidente dell’associazione A.I.R.A.(Associazione italiana ricettività e accoglienza). Ci racconti chi è Luciano Manunta, del suo percorso professionale e da cosa nasce la passione per l’Hotellerie?
MI chiamo Luciano Manunta, ho 59 anni, dirigo, sono operativo in albergo e mi occupo di Consulenza e soprattutto di formazione. Il mio “incontro” con l’hotel avvenne nel Giugno del 1978, su consiglio di un amico che mi convinse a propormi per la stagione estiva nell’albergo in cui lui già lavorava. Fui assunto come commis di sala e fin da subito mi fu chiaro cosa avrei voluto fare da grande…lavorare al ricevimento.
Le successive due stagioni estive (tra un anno scolastico e l’altro) non fecero altro che convincermi ancor di più della scelta fatta. Mi fu data la possibilità di maturare esperienza anche negli altri reparti grazie all’apertura del Direttore, che non smetterò mai di ringraziare, non solo per avermi trasmesso visione e passione per una professione che ancora oggi amo profondamente ma anche per avermi convinto a puntare sull’esperienza all’estero per le lingue.
Dopo quasi 4 anni (fra Inghilterra, Francia e Germania) feci ritorno in Italia e Milano che, da allora, è diventata la mia casa. L’esperienza maturata mi stimolò a frequentare corsi di approfondimento ed aggiornamento e attraverso questi conoscere ed entrare nel meraviglioso mondo A.I.R.A.
Le prime collaborazioni con gli istituti alberghieri come “esperto” per la terza area mi aprirono di fatto le porte per cominciare ad occuparmi di formazione. Ancora oggi collaboro con diverse società di formazione e mi occupo, da presidente, dell’Associazione in cui sono cresciuto e continuo a crescere… l’A.I.R.A. (Associazione Italiana Ricettività e Accoglienza).
2. L’associazione AIRA di cosa si occupa e chi sono i suoi rappresentanti?
L’Associazione A.i.r.a. fu fondata nel 1969 e l’acronimo stava per Associazione Impiegati di Ricevimento d’Albergo. Alla fine degli anni ’90 l’evoluzione del reparto di ricevimento la portò ad un primo cambiamento dello statuto trasformandola in Associazione Italiana Impiegati d’Albergo e da quest’anno in Associazione Italiana Ricettività e Accoglienza.
Il tutto nasce dall’esigenza di uscire dal concetto di reparto ed aprire a tutto il mondo dell’hospitality che fanno dell’Accoglienza il servizio primario, Alberghiero, extralbeghiero, Tour Operator, Agenzie di Viaggio, studenti ed insegnanti degli istituti superiori del turismo ….in pratica a tutti coloro che si occupano direttamente o indirettamente di Accoglienza e Ospitalità.
Stiamo ultimando e cominciando a riempire di contenuti il nostro sito www.airaonline.it attraverso il quale ogni Socio potrà fruire costantemente di informazioni , novità ed aggiornamenti e beneficiare di quattro webinar mensili (gratuiti) su tanti argomenti (vedi lista sotto) a cura di validi esperti di settore. (Revenue, Comunicazione, F&B, Food Cost, Pms, Crm, Counseling, Coaching, Housekeeping, Unconventional Guest, Anbasciatori terrioriali e Amministrazione).
3. Noi italiani siamo considerati maestri dell’Ospitalità, ma in albergo risiede ancora o è cambiato qualcosa? Cosa bisogna migliorare nelle strutture alberghiere per far sì che non ci siamo mai recensioni negative?
Le frasi fatte come i luoghi comuni, secondo me, lasciano il tempo che trovano. Per troppo tempo l’Ospite è stato visto, da molti colleghi, come un pollo da spennare determinando con un effetto boomerang un’idea falsata degli Italiani coinvolgendo nello stesso calderone anche i professionisti che mettono sempre l’Ospite al centro delle proprie attenzioni.
Sono convinto che uno dei compiti di ogni singola associazione del comparto turistico alberghiero debba essere quello di educare i propri iscritti alla cultura dell’Accoglienza ed alla tutela dei turisti che mai come negli ultimi mesi sono mancati e che per altri mesi ancora, purtroppo, ci mancheranno.
4. Negli ultimi anni nelle strutture alberghiere vengono spesso a mancare le figure professionali, pur sapendo che in albergo ci sono delle norme, spesso in evoluzione e in ogni reparto ci sono delle competenze specifiche. Sarebbe opportuno allargare la formazione a chi gestisce o dirige una struttura turistica-alberghiera?
Sulla formazione, con me, si sfonda una porta aperta. Non vi è dubbio sul fatto che l’approssimazione si sia diffusa fin troppo nel nostro settore e a farne le spese siano state e sono le stesse figure professionali che facevano e farebbero ancora oggi la differenza. Ad uno chef de rang si preferisce un “portapiatti” ad un Barman un “barista” ad un direttore un giovane di poche pretese che abbia giusto una parvenza di conoscenza dell’hotel da “dirigere”.
Il direttore di “Hotel Domani” Renato Andreoletti alcuni anni orsono “consigliava” di rendere obbligatoria la laurea per gestire un esercizio ricettivo…io mi accontenterei dell’obbligo della presenza di un Direttore d’Albergo certificato che possa garantire, con le sue conoscenze, una qualità di servizio grazie a collaboratori professionisti. Tutto il Sistema Hospitality ne gioverebbe tantissimo.
5. Negli ultimi anni gira tutto intorno al web, quanto oggi è importante la tecnologia, internet, social, ecc… per una struttura alberghiera? Cosa è cambiato negli anni con l’avvento di questi canali?
Mi è sempre piaciuto cercare e trovare nelle novità nuove opportunità. Faccio parte di una generazione che in albergo ha cominciato a lavorare quando non esistevano pc, sotware gestionali, pms… ed il revenue non era altro che la perfetta conoscenza del mercato che ogni Capo Ricevimento doveva avere.
La tecnologia unita alla Rete ed al Web ha letteralmente stravolto il modo di operare e di comunicare. Il low cost nelle compagnie di trasporto ha fatto il resto. Oggi abbiamo la possibilità di sfruttare appieno tutti questi vantaggi che dovrebbero sempre e comunque essere canalizzati alla cura e al superamento delle aspettative in positivo di ogni singolo Ospite.