In un mondo di iperspecializzazione c’è sempre più bisogno di rispolverare una cultura della complessità e della visione d’insieme. Anche nel mondo dell’istruzione e dell’educazione, nel quale opero da ormai 15 anni.
Quella che a me piace definire “filosofia della complessità ospitale” è una visione che integra la complessità intrinseca della realtà con l’idea di ospitalità come principio fondamentale dell’esistenza. Questa prospettiva considera l’ospitalità non solo come un atto di accoglienza tra individui, ma come una caratteristica essenziale del mondo naturale e sociale.
Provo a spiegare meglio.
Complessità: un concetto poliedrico
La complessità si riferisce alla condizione di sistemi che hanno molte parti interconnesse e interdipendenti, dove le interazioni tra queste parti portano a comportamenti non lineari e spesso imprevedibili. Edgar Morin, uno dei principali teorici della complessità, sottolinea come la complessità richieda un approccio che riconosca e abbracci la connessione tra le parti e il tutto, tra il semplice e il complesso, tra l’ordine e il disordine.
Nel contesto della filosofia della complessità, la realtà non può essere ridotta a singole componenti isolate. Piuttosto, essa deve essere compresa attraverso una rete di relazioni e interazioni dinamiche. Questo approccio interdisciplinare si può applicare in vari campi, dalla biologia alla sociologia, dalla fisica all’ecologia.
Ospitalità: un atto fondamentale
Tradizionalmente, l’ospitalità è vista come l’atto di accogliere e offrire rifugio a qualcuno. Questo concetto, però, può essere esteso oltre le relazioni interpersonali per includere le dinamiche tra gli esseri umani e il loro ambiente, tra diverse culture e tra sistemi viventi. Jacques Derrida, filosofo francese, ha esplorato l’ospitalità come un’etica radicale, suggerendo che l’ospitalità incondizionata è un obbligo etico che trascende le leggi e le convenzioni sociali.
La complessità ospitale: un incontro di prospettive
La filosofia della complessità ospitale emerge dall’integrazione di questi due concetti: essa riconosce che l’ospitalità non è solo un atto morale o sociale, ma un principio operativo della complessità stessa. In questo senso, ogni entità, ogni sistema, è coinvolto in un processo di ospitalità: accogliere e adattarsi agli altri elementi con cui interagisce. Tutto è ospitalità.
- Interconnessione e dipendenza
Ogni sistema complesso, sia esso un ecosistema naturale, una comunità umana o una rete tecnologica, vive in uno stato di continua ospitalità. Gli organismi viventi, per esempio, ospitano al loro interno microbi e batteri essenziali per la loro sopravvivenza. Allo stesso modo, le culture si arricchiscono attraverso lo scambio e l’interazione con altre culture, accogliendo idee e pratiche diverse che le trasformano e le evolvono.
- L’ordine emergente dall’ospitalità
La complessità ospitale si manifesta anche nell’emergenza di ordine e struttura dal caos apparente. Le città, ad esempio, sono spazi di interazione e ospitalità costante, dove la diversità culturale e sociale genera nuove forme di ordine urbano. Questo processo di accoglienza e integrazione di elementi diversi porta a un equilibrio dinamico che caratterizza i sistemi complessi.
- Ospitalità come etica globale
In un mondo sempre più interconnesso e interdipendente, la filosofia della complessità ospitale suggerisce un’etica globale dell’ospitalità. Questo significa riconoscere l’importanza di accogliere l’altro, sia esso un individuo, una cultura o un sistema ecologico, e lavorare per creare relazioni che promuovano la coesistenza armoniosa e il rispetto reciproco.
Ospitalità professionale
Un esempio tangibile di ospitalità complessa è visibile nelle strutture alberghiere e altre strutture di accoglienza. Qui, l’ospitalità non è solo un servizio, ma un processo integrato che coinvolge la gestione di una vasta rete di interazioni tra ospiti, personale, infrastrutture e ambiente locale. Gli hotel operano come microcosmi di sistemi complessi, dove ogni elemento contribuisce all’esperienza complessiva di accoglienza.
Ospitalità domestica
L’ospitalità si manifesta anche in casa propria, dove l’accoglienza di amici, familiari e ospiti diventa un’espressione di cura e attenzione. Questo atto di ospitalità domestica riflette le dinamiche della complessità: l’organizzazione della casa, la preparazione dei pasti e la creazione di un ambiente confortevole sono tutti esempi di come le relazioni e le interazioni personali costruiscono un sistema ospitale.
Ospitalità come strumento di educazione multidisciplinare
L’ospitalità ha anche un ruolo fondamentale nell’educazione degli individui, offrendo un’opportunità unica per apprendere la complessità in modo multidisciplinare. Attraverso l’atto di ospitare e di essere ospitati – e il loro racconto – le persone possono sviluppare una comprensione più profonda delle interconnessioni che caratterizzano la realtà.
- Apprendimento esperienziale
Accogliere l’altro permette di vivere esperienze dirette che insegnano valori essenziali come l’empatia, la tolleranza e il rispetto per le differenze. Queste esperienze pratiche sono cruciali per comprendere come le varie componenti di un sistema complesso interagiscono tra loro.
- Interdisciplinarità nell’educazione
L’ospitalità facilita l’apprendimento interdisciplinare, dove diverse discipline come la sociologia, l’antropologia, l’ecologia, la storia, l’arte, l’architettura e la psicologia possono convergere per offrire una visione integrata. Le scuole e le università possono sfruttare l’ospitalità per creare programmi educativi che incoraggiano la collaborazione e l’integrazione di diverse prospettive. Le scuole alberghiere hanno un plus in questo.
- Crescita personale e sociale
Accogliere gli altri e imparare da loro promuove la crescita personale e sociale. Gli individui apprendono non solo attraverso i libri, ma anche attraverso le interazioni sociali, il confronto con culture diverse e la partecipazione attiva a comunità eterogenee. Questo processo educativo completo prepara le persone a navigare la complessità del mondo reale.
Conclusione
La filosofia della complessità ospitale ci invita a vedere il mondo attraverso una lente che integra la complessità e l’ospitalità. Questo paradigma ci spinge a riconoscere l’interdipendenza di tutte le cose e a promuovere un’etica dell’accoglienza e della coesistenza. In un’epoca di crisi ambientali, conflitti culturali e disuguaglianze sociali, questa visione potrebbe offrirci una strada per costruire un futuro più inclusivo e sostenibile.
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Sarebbe interessante “ribaltare” i concetti esposti nel servizio, inquadrandoli nell’ottica negativa di chi è per natura incline all’isolamento ed all’ostilità verso chi privilegia la complessità e l’ospitalità.
In sostanza, un approccio differente dalla tradizionale dialettica, giustamente volta all’empatia, ma da certuni poco apprezzata per pregiudizio verso tutto ciò che vorrebbe essere costruttivo.
Una sorta di… provocazione, che aiuti a sviluppare in concreto delle azioni in grado di porre l’individuo tendenzialmente negativo di fronte alle sue responsabilità sociali.
C. B.