METAMORFOSI.
LA TURISTIFICAZIONE COME DISPOSITIVO DI GOVERNO NEOLIBERALE (1a parte)
Breve sintesi dalla prefazione di Thomas Fazi al volume di Antonio Di Siena “Turisti a casa nostra. Tra le macerie invisibili del neoliberismo urbano”© 2025, ‘Lad Edizioni’
Nell’analisi dell’autore, col termine “turistificazione” s’intende un processo sistemico di colonizzazione ed espropriazione delle città da parte del capitale finanziario, che trasforma lo spazio urbano e la casa, dunque la vita stessa dei cittadini in una merce da cui estrarre valore.
Il neologismo, dunque, non sta ad indicare soltanto la crescita del turismo, ma una vera e propria metamorfosi economica, politica e culturale delle città contemporanee, specie del Sud Europa.
Si tratta d’un processo in cui le città vengono progressivamente riconfigurate secondo logiche di turismo e rendita, cessando di essere luoghi di sviluppo sociale.
In esse vengono meno il senso della comunità e la stabilità identitaria, con la penalizzazione dei servizi e delle attività lavorative; in tal modo, le nostre città diventano “merce” ed i quartieri “piattaforme”, ossia spazi orientati al consumo ed al continuo ricambio di visitatori perlopiù alloctoni.
In sostanza, il concetto di turistificazione si configura come strategia d’estrazione di valore in un contesto di bassa crescita qual è quello dell’Europa meridionale, dalla cui economia reale v’è ormai ben poco da estrarre.
In tale contesto, le abitazioni sono sfruttate come “materia prima” per un’economia di rendita che specula su affitti brevi, consumo fine a sé stesso e servizi legati al turismo.
Questo processo d’estrazione di valore si articola su due livelli complementari. Da un lato, si incentivano i proprietari di casa a privilegiare gli affitti brevi come “integrazione del reddito” ma, in realtà, si finisce con lo spostare quote crescenti di profitto verso le grandi piattaforme digitali che gestiscono le prenotazioni imponendo regole, tariffe e commissioni. Un modo subdolo e coercitivo di risucchiare la piccola proprietà in una spirale dominata da attori globali che ne drenano la redditività.
In secondo luogo, questo processo spinge verso la progressiva concentrazione della proprietà immobiliare.
Attraverso l’imposizione di condizioni di rimborso dei mutui sempre più onerose, famiglie e piccoli proprietari rischiano l’insolvenza, aprendo la strada all’espropriazione sistematica degli immobili da parte di banche, società immobiliari e fondi d’investimento speculativi.
Così, l’iniziale indebitamento individuale si traduce in un massiccio trasferimento di ricchezza reale; case, quartieri, interi centri urbani finiscono nelle mani del capitale finanziario.
1. continua
…(Da questo libro si possono trarre elementi per valutare con cognizione di causa l’attuale momento, che si riflette pesantemente sulla nostra quotidianità; in ambito non solo lavorativo, ma esistenziale.
È sotto gli occhi di tutti la metamorfosi delle città, le cui zone centrali vanno progressivamente spopolandosi per fare spazio allo strapotere del capitale finanziario globale. Il cittadino medio è costretto a retrocedere verso le periferie, piangendo l’inesorabile perdita del proprio benessere sia economico che sociale, aggravata dall’insensibilità di chi amministra la cosa pubblica.
Esserne consapevoli è solo il primo, ma indispensabile passo per non sacrificare sull’altare di sceicchi, straricchi ed istituzioni corrotte le virtù peculiari che hanno fatto della nostra nazione un esempio nel mondo di creatività, tolleranza e bellezza)
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