Chi dirige un albergo volgendo la propria attenzione, in particolare, alla clientela più giovane sa che per quella tipologia di ospiti la camera non può essere nulla più d’un ambiente essenziale e confortevole. 

Effettivamente, per i ‘Millennials’ e per la cosiddetta Generazione Z il cuore pulsante dell’hotel è l’area ‘living’, dove si vuole che la connessione tra luoghi e persone sia garantita.

Va tenuto senz’altro in conto che quei gruppi di giovani nati e cresciuti nell’era digitale, che consente loro la capillare ricerca di informazioni e recensioni con tutte le facilitazioni che ne derivano, costituiscono quasi la metà degli utenti globali del web. 

Nel nostro Paese, sono inclusi in questo importante arco generazionale circa venti milioni di individui, sui quali l’influsso della rete è irresistibile. 

Il condizionamento cui sono sottoposte le giovani generazioni da parte degli ‘esperti’, veri o presunti, degli influencer e dei media online è, con ogni evidenza, totalizzante.

Ergo, è persino superfluo sottolineare come anche il settore alberghiero venga visto da questi soggetti come un ambiente in cui condividere esperienze, purché siano ricche di immagini, percezioni, emozioni da vivere in prima persona. 

Ed è scontato che la moderna tecnologia ed il digitale rivestano, ai loro occhi, un ruolo fondamentale nel processo di selezione della vacanza. Dalla scelta della destinazione a quella dell’albergo, dalle modalità di gestione della prenotazione al booking di esperienze legate alla location: fino alla personalizzazione del servizio, alla raccomandazione della struttura con relativa valutazione.

A queste generazioni rivolgono, in primis, il proprio interesse molti brand online, alcuni dei quali modellati sulla condivisione e sulla sharing economy. 

Vi è chi nelle proprie strutture mette a disposizione dei più giovani una serie di spazi comuni – dalla palestra alla sala giochi, dal music store al bistrot, alla piscina – finalizzati a creare opportunità di contatto.

L’AGRONAUTA

1. continua


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