Presentiamo un articolo sul Competence center a cura di Andrea Rinaldi – Redazione Corriere della Sera
Dimenticatevi i «non luoghi» di Marc Augè, l’hotel del futuro non sarà più un posto di transito, anonimo e privo di emozioni, bensì a a filiera corta, con offerta personalizzata, ridotti tempi di costruzione, camere modulabili, microbiologicamente controllato e amico dell’ambiente.
Il cambiamento delle abitudini imposto dalla globalizzazione e ora anche il Covid-19 hanno accelerato la trasformazione del turismo e a Torino hanno scelto di cavalcare l’onda: Federalberghi e Politecnico hanno firmato una convenzione per dare vita al «Competence center» dell’albergo di domani.
Come quello che sta nascendo a Mirafiori per innovare la manifattura delle pmi, il nuovo laboratorio agirà su sei caposaldi per aggiornare l’hotellerie regionale pullulata più da strutture a conduzione familiare che da grandi catene: finanza di progetto, economia circolare, offerta su misura, costruzione, sanificazione, digitalizzazione.
Per sostenerlo sono in corso contatti con il Mibact e la Regione. I dati d’altronde parlano chiaro: tra gennaio e agosto la Mole ha perso il 55% di occupazione delle camere, le presenze hanno registrato un saldo negativo di 1,4 milioni e a ottobre sarà difficile superare il 30%. O si cambia paradigma o si muore.
«Il sistema va efficientato e riprogettato con competenze — dice Fabio Borio, numero uno di Federalberghi —. Il Competence nasce dall’idea di identificare trend futuri di rivalutazione immobiliare coniugando un risparmio nelle spese di costruzione».
Il nuovo laboratorio è già al lavoro per un progetto pilota su un albergo nel centro di Sauze d’Oulx. «Intel e Honeywell stanno investendo pesantemente nel settore alberghiero, sono big con cui un piccolo hotel difficilmente potrà negoziare quando gli proporranno soluzioni tecnologiche — osserva Luca Caneparo, docente di Tecnologie dell’architettura e promotore del Competence —. Con una giusta capacità operativa invece gli hotel si possono aiutare».
Sestante del laboratorio è l’offerta personalizzata, ispirata ai boutique hotel di Ian Schager con analisi dei dati del cliente per soddisfare tutte le sue esigenze e stanze di dimensioni ridotte per lasciare spazio a luoghi comuni adattabili dove socializzare, lavorare o fare la spesa.
Nell’ottica del Competence — a cui Federalberghi guarda come un caso di scuola nazionale — le nuove strutture dovranno costruire relazioni con il territorio per offrire valori e servizi locali oltre che soggiorni e adottare sistemi di riciclo delle risorse come l’acqua. Costruendo una catena di fornitura di prodotti dal check-in al check-out passando per l’animazione, i trasporti, le informazioni, la ristorazione.
L’innovazione dovrà concretizzarsi anche nella parte edificabile adottando sistemi di costruzione a secco per facilitare posa e integrazioni, isolamento acustico e ridurre i tempi. II nuovo immobile potrà a quel punto modularsi su offerta alberghiera, locazione, residenza o condhotellerie.
Il Competence svilupperà poi procedure di sanificazione e tecnologie come nanoparticelle, luce ultravioletta, ventilazione meccanica per ridurre la propagazione di agenti patogeni.
A Torino esistono 400 strutture turistiche tra alberghi, residence, b&b, case per ferie che prevedono di chiudere il 2020 con un calo dei ricavi del 70% causa coronavirus.
Federalberghi è corsa ai ripari con polizze gratuite a difesa di illeciti amministrativi per gli associati e con uno stand alla fiera del settore Ttg di Rimini. Finora il Comune si è prodigato con la sospensione della tassa di soggiorno, la riduzione della Tari del 25% e l’occupazione gratuita di suolo pubblico. Ma con il Competence ora si cerca di prendere il coronavirus in contropiede.