Egregio Signor Ministro, turismo è educazione, formazione, accessibilità, segnaletica, esperienza, memoria.

Significa educare fin dalle scuole elementari un cittadino consapevole, responsabile, informato, motivato, che conosca e condivida i valori della Costituzione della Repubblica italiana.

Che la scuola formi un cittadino che conosca storia e geografia del suo Paese e del suo territorio, che se studente delle scuole alberghiere sappia cucinare, proporre un piatto, un vino, che sappia accogliere e gestire i propri simili nelle strutture ricettive.

Che frequenti un’università dedicata ai ruoli e alla professionalità che il turismo richiede.

Che Stato, Regioni e Comuni rendano accessibile il territorio nazionale realizzando le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali per agevolare la mobilità ma anche per disciplinarla e garantire la sicurezza attiva e passiva dei residenti come degli ospiti.

Il Sud non può continuare a essere una sorta di Far West italiano.

Un Paese cosmopolita accoglie in più lingue, si preoccupa di fornire una segnaletica al servizio dell’ospite oltre che del cittadino.

L’Italia deve svolgere un ruolo pedagogico attraverso il turismo educando facendo divertire, insegnando attraverso le emozioni.

È il valore aggiunto unico e originale che l’Italia deve assumere grazie al suo patrimonio culturale.

Siamo e restiamo il Paese del Rinascimento, di Leonardo, Tiziano, Michelangelo, Caravaggio.

Dobbiamo incuriosire e divertire con la cultura, la storia, uno stile di vita gioioso, disincantato, ma anche di grande spessore umano.

Usiamo la tecnologia più sofisticata e l’arte della parola, da Francesco a Dante a Piero e Alberto Angela.

Chi viene in Italia piange per la commozione, per la bontà del cibo, per l’eccellenza delle opere d’arte, per l’amore che spesso trova.

Piange quando parte perché vorrebbe restare.

Egregio Signor Ministro, l’Italia è un grande Paese. Merita che si ragioni in grande.

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Renato Andreoletti